Comin’ back to the sea #3

La città della passione

«Invece adesso la piena, e il ronzio che cresceva. La rabbia che avevo covato per anni finalmente si specchiava in altre rabbie analoghe, poteva sfogarsi liberamente, aveva trovato le parole giuste per definirsi e un linguaggio per conoscersi.
Non era solo per via delle porcherie delle multinazionali, del capitale globale, dei governi neoliberisti. Era un grumo, e nel grumo erano amalgamate molte cose. Era il disgusto per la vita borghese, per i doveri sociali di apparenza, carriera e successo, per la paccottiglia di lusso esposta nelle vetrine, per la colonizzazione della vita da parte della merce autoritaria, per la pubblicità onnipresente, per la folla in piena frenesia consumista che mi scorreva tutt'intorno sui marciapiedi del centro di Milano sotto Natale, per l'incapacità di reagire di chi stava un basso, per l'ignavia del ceto medio, per i soprusi di chi stava in alto, per la sempiterna oppressione dei ricchi sui poveri e per l'ipocrisia che la voleva fenomeno del passato, per le percosse agli immigrati clandestini nei CPT…»
[Qui si può leggere il pezzo tutto intero.]

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