Luglio 2001, luglio 2004. Tre
I. Girano coi sassi in tasca
Gli hanno sparato in faccia
ma era legittima offesa
Gli opinionisti del Corriere
mi hanno spiegato perché
chi scende in piazza
deve aspettarsi di tutto:
non è sbagliato urlare
dipende contro chi
Cosa vorrebbero i giovani
che già non hanno
Porci fetenti figli ingrati
luridi viziati bastardi
detto con rispetto
figli di puttana
sempre scontenti, incattiviti
girano coi sassi in tasca
E a tutti è dato
di diventare chiunque
Calciatori scrittori imprenditori
giornalisti stilisti artisti
dottoresse deputate ballerine
invece no, loro spaccano vetrine
sputano sulle mostrine
girano coi sassi in tasca
(30 aprile 2002. Naturalmente angeli, merli e galli – tutti gli animaletti e i santi spiriti della prima pagina – queste cose non le scriveranno mai, perché conoscono l’arte dell’understatement, lavorano di bisturi e sono persone rispettabili.)
II. Story of a bullet
Prima si sta a lungo
strette nel buio come feti ancora inesplosi
Poi si esce di colpo nella luce lo schiaffo ci scotta e già siamo in volo –
il nostro destino è scavato nell’aria
Non ci è dato di scegliere la rotta non ci è detto il motivo il bersaglio
che ci cavalchi un dio o un demonio
ciecamente noi si avanza
Fendendo il pulviscolo il tramonto colpiamo pietre gronde
imbocchiamo altri percorsi deviamo di lato scartiamo
Uno strappo un rimbalzo e via, lungo traiettorie inattese –
il metallo delle nostre teste già scintilla un grido di gioia
Noi piccoli pezzi noi cose noi briciole noi senza colpa
ci frega ogni volta
la stessa stupida credulità
Perché si sa che alla fine di ogni nostra corsa
nonostante i vortici i sassi in volo le correnti
colpiamo sempre il bersaglio previsto.
III. Sangue vivo
E ci siamo ingozzati, ci siamo ingozzati
pance piene di feste rabbiose
ce ne siamo andati per viali d’alberi
E litigavamo tra noi con furia
fino a non poter più trattenere i denti
dal morderci a vicenda i coglioni
È venuta la sera e ci ha sorpresi
ancora svegli – gli occhi sbarrati
e un sovrappiù aberrante
di sangue vivo
Sono venuti con lunghi bastoni
per portarci via – sono venuti –
e il nostro sangue sui termosifoni.
buon viaggio, tunga perpetrans, buon viaggio, dissipazione. Ti leggo. E Sento.
Grazie per la voce. Quella di qui sopra e quella dei precedenti. Un abbraccio
elos
Buon viaggio Razgul…
hey raz, non mi piace quando dici che il tentativo sarà fallito in partenza… o le scrivi convinto di farcela o meglio lasciare il portatile a casa. Cerca di divertirti, almeno un pò… Bacio. M.
è vero … colpiamo sempre il bersaglio previsto … come luke skywalker in guerre stellari …
che poi uno cerca sempre il momento giusto per intervenire e dirla qualcosa ma non lo trova e allora il momento giusto pare proprio quello del commiato. per un sorriso a una pagina che mi regala sempre buona lettura. e un po’ d’invidia per un viaggio che io, invece, non farò.
.Chia.
buon vento, tunga. che la macaja ti sia leggera.
Goditi la nostra terra!
Nell’attesa di un incontro fra bloggers…
Buon viaggio, Raz. sei già in terra apuana? quanto ti fermi lì? vediamo di organizzare davvero il rendez vous tra bolggers apuani, per cantare sotto la luna.
ciao ciao.